Dal 14 ottobre 2016, Palazzo Schifanoia Un artista contemporaneo che si misura con un grande capolavoro dell’arte del Rinascimento per cercare di recuperare le figure, le architetture e i soggetti scomparsi. È questo Laboratorio Schifanoia. Studi e nuove ricostruzioni di Maurizio Bonora (Ferrara 1940), una mostra che si tiene nel Salone dei Mesi voluto da Borso d’Este nel 1469 a Palazzo Schifanoia. Dopo Lo Zodiaco del principe (1992), ricostruzione con l’ausilio di matita e pennello dei decani cancellati dal tempo dalle pareti sud e ovest, l’artista è impegnato nell’indagare un altro mistero: quello relativo al primo registro, quello iniziale, del ciclo decorativo
Enea “in absentia” nelle arti figurative ferraresi da Borso ad Alfonso I d’Este

Il presente articolo è un estratto dalla tesi di laurea magistrale “Cerca il virgiliano Enea in questa gran silva il ramo d’oro”: il mito del principe troiano nella cultura letteraria e figurativa ferrarese da Borso a Alfonso I d’Este, discussa dall’autrice nell’a.a. 2014/15, corso di laurea Storia dell’arte, Facoltà di Lettere e Filosofia, Sapienza Università di Roma, (relatore: prof.ssa Claudia Cieri Via, cattedra di Iconografia e Iconologia; correlatore: dott. Gabriele Quaranta). Al rinnovato interesse per gli studia humanitatis, nella Ferrara estense del Quattro e Cinquecento, fece eco il progressivo aggiornamento delle arti figurative: attraverso l’eleganza e la preziosità delle forme
Giovanni Battista Domenichi e Santa Maria in Vado: un committente «vigilantissimo» per Domenico Mona

Intorno al 1585 il cortigiano ferrarese Orazio Ariosti, pienamente coinvolto nei dibattiti alle problematiche del poema eroico e alla questione della superiorità del Tasso su Ariosto, si accostò – dopo che il ben più celebre poeta «ebbe condotto a termine la Liberata» – alla realizzazione di un proprio poema cavalleresco, oggi comunemente conosciuto come L’Alfeo[1]. Interrompendo la narrazione dei fatti precedenti la conquista e la conversione della Norvegia per opera di Alfeo e del suo amore contrastato per Alvilda, l’autore espone in una ottava autobiografica (III, 65) la propria concezione circa il ruolo dell’arte figurativa manifestando la sua ammirazione per
Tra dipinti perduti, misteri da risolvere e un volto tra le fiamme: tracce di Antonio Randa nel Ferrarese

… non fù alcuno che fosse per riuscir maggior maestro […] di un’Antonio Randa[1]. Diverse fonti ricordano la presenza nel territorio ferrarese di un artista che ai suoi tempi, il Seicento, era noto e apprezzato per le doti pittoriche ma in seguito venne dimenticato, con ogni probabilità a causa della cattiva fama che costruì intorno a sé. Malvasia arrivò a sostenere che era preferibile smettere di parlarne a causa della sua condotta di vita, il che lo rende, proprio per questo, un personaggio da riscoprire cercando di sollevare, uno a uno, i veli del tempo passato[2]. Al di là del
Un nuovo (?) Genio delle arti di Carlo Bononi

L’archivio fotografico o fototeca, che dir si voglia, ha rappresentato un territorio pressoché sacro per intere generazioni di storici dell’arte. Una sorta di tempio nel quale ritirarsi e al quale ci si rivolgeva per trovare conferme o sconfessioni alle proprie teorie, confrontarsi con le opere oggetto di ricerca o per cercarne di nuove. Il progredire della tecnologia, dei metodi di archiviazione e la comparsa delle consultazioni online delle collezioni museali o di progetti ad altissima definizione come Google Art Project hanno reso quei luoghi semideserti, specie quelli che, per svariati motivi, faticano a mettersi al passo con i tempi. La
Aspettando Schifanoia… si ragiona sul museo nel suo farsi (parte seconda)
La prima parte di questo scritto è stato pubblicato sul numero 2 di “MuseoinVita” Anche il 2016 finisce con un nulla di fatto: il cantiere dei lavori di messa a norma antisismica di Palazzo Schifanoia, e la sua conseguente revisione museografica, resta a tutt’oggi un progetto, per quanto – si viene rassicurati – l’aggiudicazione dei lavori dovrebbe avvenire nel 2017. Fatto sta che dal work in progress speravo di prendere spunti per una riflessione più ampia attorno al “museo nel suo farsi”. Non è stato così, e pertanto si rimanda al prossimo numero di “MuseoinVita”, riservando a questa uscita alcune
Testamento di Alfonso I d’Este (Elemosina all’Ospedale Sant’Anna di Ferrara, 26 ottobre 1534)

Anonimo artista ferrarese Copertina del Testamento di Alfonso I d’Este, terzo duca di Ferrara (Elemosina all’Ospedale Sant’Anna di Ferrara, 26 ottobre 1534) XVI secolo Ferrara, Musei di Arte Antica (deposito dell’Unità Sanitaria Locale n. 31). Fig. 1, Piatto interno sinistro: vignetta a tutta pagina raffigurante il duca Alfonso I d’Este sul letto di morte, nell’atto di dettare le ultime volontà a beneficio degli elemosinieri dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara. Fig. 2, Piatto interno destro: vignetta a tutta pagina rappresentate il compianto del defunto Alfonso I d’Este da parte beneficiati. Le due miniature prese in esame costituiscono la decorazione dei piatti interni
Il restauro dei busti reliquiari del Museo della Cattedrale

Nel 2014-15 il Museo della Cattedrale ha promosso il restauro del Busto reliquiario di san Giorgio (fig. 2) e del Busto reliquiario di san Maurelio (fig. 1), interventi condotti dallo scrivente, in qualità di titolare della CRC Restauri[1]. I due manufatti sono di epoche diverse: il San Giorgio fu realizzato agli inizi del Seicento per custodire le ossa del cranio del Patrono, donate nel 1600 da Clemente VIII al vescovo Giovanni Fontana; il basamento risulta successivo di un secolo ed è opera del bolognese Zanobio Troni, autore anche del Busto di san Maurelio, eseguito nel 1725 per volontà del cardinale Tommaso
Conferenze e convegni 2016
Rubrica a cura di Elisabetta Capanna.
Il restauro dei busti reliquiario del Museo della Cattedrale (video)

In occasione del restauro del Busto reliquiario di san Giorgio e del Busto reliquiario di san Maurelio è stato realizzato questo video che vuole dare un’idea del lavoro svolto in questa occasione e dei riusltati ottennuti. Operazioni di restauro a cura di CRC Restauri srl. Direzione lavori Giovanni Sassu (Museo della Cattedrale). Riprese e montaggio: Daniele Donà, Centro Audiovisivi – Comune di Ferrara. Musica: Staré Město, Ultima cena, © 2013 Staré Město – ℗ 2014 I dischi del Minollo.