La Deposizione di Cristo

La rubrica Colpo d’occhio nasce con l’intento di fornire al lettore chiavi di lettura utili ad accostarsi ai capolavori del nostro patrimonio artistico. In questo numero, l’attenzione si concentra su un’opera di Ippolito Scarsella, detto Scarsellino, esposta al Museo Schifanoia.

 

Ippolito Scarsella, detto Scarsellino, Deposizione di Cristo, post 1612, olio su tela, Ferrara, Museo Schifanoia, collezione ASP (Ex Direzione Conservatori e Orfanotrofi), prov: Chiesa di San Giovanni Battista, Ferrara

 

 

Nella Deposizione e nella Decollazione di San Giovanni Battista […] la complicazione del telaio compositivo, insolita nello Scarsellino, risente degli schemi neo-manieristici del Bononi, ritornato in patria alla fine del primo decennio del ‘600. 

M.A. Novelli, Lo Scarsellino, Ferrara 1964, pp. 19-20

 

[…] la Deposizione composta entro un’unica grande massa che blocca le figure nel gesto tragico di un universale dolore, travalica il momento di riflessione sui modi umani e gravi di Ludovico Carracci per rivestirsi di una drammaticità fortemente sensuale già protobarocca nel complicato impianto compositivo e nella colorazione fortemente lumeggiata. I precisi riferimenti al Bononi, evidenti nella ripresa del particolare dell’angelo in volo e nel registro concitato e al tempo stesso languido della narrazione, suggeriscono una collocazione cronologica del dipinto non lontana dalla Decollazione e in ogni caso da ritenersi, come propone Maria Angela Novelli, “opera tarda”, databile ai primi anni del secondo decennio del Seicento. 

A.M. Fioravanti-Baraldi, I dipinti provenienti dalla chiesa di san Giovanni Battista,
in La chiesa di San Giovanni Battista e la cultura ferrarese del Seicento,
Milano 1981, p. 254

 

Così il grado della qualità dello Scarsellino cresce quanto più quelle favolose memorie ferraresi, confortate dal romanticismo “meteorologico” dei nuovi pittori di Bologna, rinsanguano di accaldato umore lo strato veneziano del suo linguaggio; come accade ad esempio […] alla Decollazione del Battista e alla Deposizione in San Giovanni Battista a Ferrara, già consapevoli della presenza del Bonone […].  

C. Volpe, Maestri della pittura del Seicento emiliano, in D. Benati e L. Peruzzi (a cura di),
Carlo Volpe. La pittura nell’Emilia e nella Romagna. Raccolta di scritti sul Cinque, Sei e Settecento,
Modena 1994, p. 117

 

Figure grandi quasi al naturale […] mirabili per grandiosità e pastosità di colorito, congiunte a un’energia di espressione che tocca il sublime.
[…] Alla dinamica e sperimentale stesura a velature dei panneggi corrisponde, quasi per contrasto, la materia compatta e tirata dei carnati, di una preziosa consistenza porcellanosa simile a quella di una terracotta brunita, effetto speciale che caratterizza soprattutto le opere mature di Scarsellino, dove è più forte la rievocazione della tradizione ferrarese del Cinquecento. Rivivono in quei particolari esecutivi i modelli e le tecniche dei Dossi, di Garofalo e di Ortolano, ben noti a Scarsellino anche per la sua documentata attività di copista nata dall’esigenza di sostituire le opere dei grandi maestri del Cinquecento passate a Roma subito dopo la devoluzione di Ferrara (1598). 

A. Morandotti, Scarsellino fra ideale classico e maniera internazionale,
“Arte a Bologna. Bollettino dei musei civici d’arte antica”, 4, 1997, Bologna, p. 27

 

Assunta una cronologia intorno al 1612, l’accostamento delle due pale [Decollazione di san Giovanni Battista e Deposizione di Cristo] mette in risalto le somiglianze, ravvisabili nella messa in scena, entro un complesso telaio compositivo, di figure bilanciate nella distribuzione e monumentali nella struttura. Nella Deposizione l’accento è posto sul patetismo accorato della Vergine e della Maddalena, che sostiene la madre affranta per la morte del figlio, accostando dolcemente il volto al suo. La drammaticità delle espressioni e l’intensità del momento è amplificata dalle tre croci sul Golgota e dalle figure che stanno scoperchiando faticosamente il sepolcro, cui fa da sfondo l’albeggiare del cielo. 

B. Ghelfi, Pittura a Ferrara nel primo Seicento.
Arte, committenza e spiritualità
, Ferrara 2011, pp. 100-101


Pubblicato su “MuseoinVita” | 11/12 | 2020-21